Franco Ruinetti
#153149 / visualizzato 3115 volteFranco Ruinetti, critico d'arte in una libera interpretazione di Enzo Maneglia (Man) - DIC2011 Qui di seguito / riportiamo un breve testo introduttivo per il catalogo del concorso di pittura di FighilleArte2011 del prof. Franco Ruinetti, scrittore, poeta, critico d'arte e presidente di Giuria del XXX° Premio Nazionale di Pittura di Fighille.
IL TEMPO NON HA FRETTA Spesso il tempo non ha fretta a Fighille, si adagia nel dormiveglia e per la strada non passa nessuno. A metà ottobre ero fermo in macchina ad aspettare un amico, col quale avevo l'appuntamento e che forse, a quell'ora, le tre del pomeriggio, affogava ancora nel sonno. L'immobilità era surreale. Per riempire l'attesa andavo col pensiero al recente concorso di pittura. E' incredibile quanto esso sia cresciuto sotto ogni punto di vista quando tante altre rassegne del genere scivolano nella dimenticanza. Fighille è una pulce, ma si aggiudica uno dei primi posti nel campo dell'agone pittorico. Non potevo dire che per la strada non passava neanche un cane, perché dalla curva ne sbucò uno pezzato, figlio bastardone dei vari colori. Procedeva lentamente, sembrava che la testa gli pesasse. Si fermò al muro di una casa e ne prese possesso. Forse, col suo alfabeto, aveva scritto e sottoscritto un manifesto per annunciare se stesso (mingo ergo sum) alle ragazze e signore cagne. Anche stavolta il concorso era andato alla grande, ogni anno, dopo mesi col fiato sospeso, alla fine arriva una valanga di partecipanti. Se continuerà così, per esporre le opere non basteranno più tutta la scuola e il grande spazio coperto nell'antistante parco. Bisogna riconoscere i meriti della Pro loco, in particolare di Gino, Sandro, Marcello, diavoli del computer. Mi sentivo immerso al centro del silenzio e della solitudine: guardavo il panorama. Ogni veduta era un quadro vivo che spaziava fino alle giogaie dei monti. Queste opere d'arte sono le più belle, anche quando il cielo, d'autunno, è spesso coperto dal grigiore della monotonia. Ecco che all'improvviso mi si gualcì la faccia in una smorfia. Succedeva quando mi tornava in mente la discussione su un dipinto classificato in una posizione di rilievo, non posso dire quale. Io sostenevo che non valeva tanta attenzione perché disarmonico, zoppo e spento. Esageravo per contrastare con forza gli apprezzamenti degli altri. Alla fine fui messo in minoranza e mi dispiacque. Quando seppe il risultato, l'autore di quel dipinto fece una piazzata e dette torto a tutti. Era convinto (modestamente!) di meritare di più, molto di più. La verità è che i concorrenti partecipano per vincere e, benché a Fighille ci sia sempre un montepremi ricchissimo, è chiaro che molti restano scontenti e non di rado sollevano lamentele. Rieccolo: il bastardone era tornato indietro. Si fermò di nuovo sul muro, scrisse e sottoscrisse un altro manifesto. Aveva molte risorse. Forse stavolta il messaggio era indirizzato ai cani fidanzati e mariti informandoli che non erano graditi nel suo territorio, che stessero alla larga. Passò una macchina, finalmente, ma non era quella giusta. Continuavo a guardarmi intorno, a godermi il tempo presente, che sembrava immobile eppure, come sempre, scivolava, si sbriciolava, sfuggiva inconsistente. E chissà perché argomentavo tra me che il genere astratto è il traguardo di molti artisti. Ripensavo che proprio nella recente edizione del certame fighillese avevo chiesto ad un “astrattista” perché avesse usato tanta foglia d'oro per comporre il suo tema. Mi rispose che chi crea non spiega, che è il fruitore a dovere spiegare, così partecipa alla creazione. Giudicavo grosse tali parole, che ancora mi rotolavano nella testa senza convincermi. Poi mi tornavano alla riva della memoria le opere più valide, protagoniste principali del concorso. Le altre erano già tramontate nel buio. Mi decisi a prendere il telefonino e chiamai l'amico che mi aveva bidonato. Mi rispose informandomi che si trovava a Perugia. E aveva ragione lui, perché l'appuntamento era stato stabilito per il giorno dopo. Il bidone me l'ero fatto da me. Franco Ruinetti (Pubblicazione testo autorizzato dal prof. Franco Ruinetti di Riccione - via Teramo 10 / Tel. 0541 691576)
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