i cassonettari
#141803 / visualizzato 55414 volteDIPINGERE RIMINI/Enzo Maneglia ARTE SENTIMENTO E IRONIA di Manlio Masini C’era sempre qualcosa di originale – potrei dire anche di imprevedibile – nelle opere di Enzo Maneglia, un’artista tutto tondo, sulla breccia da anni, che non ha mai smesso di dedicarsi alla ricerca. Penso alla varietà dei colori che utilizza nei suoi “dipinti”, dal pastello alla tempera, dall’acrilico all’olio e agli smalti, sempre personalizzati con piccole astuzie di mestiere che li rendono unici nel loro intrigo cromatico; pensoal materiale che fa da supporto alla sua genialità, dal polistirolo alla creta, dal legno alla tela e poi la canapa, gli stucchi, le foglie…dove il gioco “informale” di luci e ombre, sprigiona effetti sorprendenti i immaginazione e soprattutto il cartone, che gli consente di sperimentare nuovi codici di comunicazione; non a caso, valorizzato allo stato grezzo con sapienti accorgimenti, esso è in grado di dar vita a simpatiche composizioni modulate sulle proprie increspature. Penso, infine, al messaggio che ogni sua composizione trasmette allo spettatore, tanto da spingerlo alla riflessione. Maneglia è un eclettico e come tale andrebbe sviscerato in profondità e ogni sfaccettatura del suo poliedrico talento. Tutti sono i campi dove si cimenta, basta scorrere il suo eloquente curriculum artistico per rendercene conto (le prime espressioni della sua creatività risalgono addirittura agli anni Cinquanta tra le pagine del “Travaso”). In queste poche righe limitiamo la nostra attenzione alla sua ironia. Maneglia è un artista colto e sensibile, dotato di un humour raffinato, iscreto, in alcuni casi persino amaro e surreale. I suoi disegni sono scenette della quotidianità, che con amabile tenerezza sfiorano le debolezze e i luoghi comuni del nostro tempo. E se da una parte richiamano il sorriso, dall’altra inducono alla introspezione costringendo il lettore a guardarsi dentro e a ritrovarsi nelle contraddizioni e nei “difetti” tratteggiati dall’autore. Ho in mente certe fuggevoli espressioni dei suoi “tipi da spiaggia”; l’aria sognante delle sue innocenti bambine; i passatempi del bagnasciuga e le rituali “chiacchiere d’ombrellone”; la puzza sotto il naso di sedicenti intellettuali, a volte spocchiosi a volte stralunati, che vivono sommersi nell’immondizia ( i cosiddetti “casso nettari”); i frettolosi turisti del “mordi e fuggi”, che non hanno mai tempo per soffermarsi a gustare i propri stati d’animo,essenziali per assaporare fino in fondo le piccole gioie della vacanza. E poi i sui scatoloni di cartone, ingombranti, appiccicosi, inutili …Metafora di una società “usa e getta”, che produce, consuma e fagocita se stessa. Scatoloni abbandonati per strada, calpestati dai passanti, sospinti dal vento, rotolanti nel vuoto accatastati in qualche angolo i caseggiato in attesa che qualcun si ricordi di loro. Scatoloni che condividono il proprio stato di degrado con la disperazione di qualche poveraccio che li usa come tavola e tovaglia per il proprio misero desco; scatoloni che chiudono il loro ciclo vitale nei cassonetti della spazzatura, dopo aver regalato a qualche infreddolito vagabondo briciole di tepore notturno; o in cenere, dopo aver illuminato con il magico bagliore delle loro fiamme la tristezza e l’emarginazione di qualche “ lucciola” in attesa do clienti. Insomma involucri a perdere, senza valore, vuoti come tanta gente effimera e spocchiosa che ci circonda, propensa ad apparire; vuoti come tanti politicanti della politica, pieni solo della propria parolaia. E il tutto abbozzato con quella garbata dose di lievità e delicatezza capace di miscelare lo schermo con la poesia. Umorista di rango, Maneglia eccelle e stupisce anche nella caricatura. Gli bastano pochi tratti di matita per cogliere ed evidenziare gli aspetti curiosi di un volto o di un corpo. I suoi colpi di ironia non scendono mai nel grattesco, non sono sfacciati e non offendono, scavano dentro, vanno dritti all’ osso, penetrano il carattere e svelano l’anima della “vittima”. Anche il “salotto” delle sue vignette, costellato di sagome stravaganti, merita riguardo. Le sue “creature” sono portatrici di una filosofia spicciola, fanciullesca, distaccata dalle passioni: fanno parte di una umanità, un po’ bislacca, ma pulita e gentile, non ancora intossicata dagli sms e dai siti Internet. Un vero e proprio “teatrino”, le illustrazioni satiriche di Enzo Maneglia, dove le marionette si muovono sulla base di ciò che il regista elabora nella sua incessante,caparbia e sottile osservazione del mondo. Manlio Masini (Articolo da “ARIMINUM, stria arte e cultura della provincia i Rimini” N.3 / maggio . giugno 2009 / pagina Arte 12-13)
Commenti (2)
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Kestutis, il 02 May 2012 segnala post rispondi applause 0
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edda von sinnen, il 14 October 2011 segnala post rispondi applause 0